
Tutti avrete sentito parlare della sindrome del Burnout. Cerchiamo di capire insieme che cos’è, come riconoscere i campanelli di allarme, come prevenirla e come eventualmente curarla.
Innanzitutto “Burnout” significa letteralmente “bruciato”, ma viene tradotto come esaurimento; essa è una sindrome stress-lavoro correlata, ovvero che deriva da uno stress che perdura nel tempo legato alla propria professione.
In particolare il Burnout comprende un esaurimento fisico, emotivo e comportamentale.
Quali sono le professioni più a rischio?
Le professioni più a rischio di sviluppare questa sindrome sono le professioni di aiuto, come i medici, gli infermieri e gli psicologi, ma anche gli insegnanti. In generale quello che influisce maggiormente sullo sviluppo della sintomatologia da Burnout sono le caratteristiche personali; tuttavia anche l’ambiente lavorativo, le mansioni che vengono date al lavoratore ed in generale il rapporto e il clima che c’è tra i colleghi e i propri superiori sono considerate concause fondamentali nello sviluppo di questa sindrome.
Un soggetto può sviluppare Burnout quando è vittima di mobbing, ha una percezione di sfruttamento economico oppure non viene adeguatamente riconosciuto e gratificato per le sue competenze professionali.
Quando può insorgere e come riconoscerla?
La sindrome del Burnout è riconosciuta come una sindrome di esaurimento correlata allo stress; una situazione particolarmente stressante, solitamente legata al proprio ambito lavorativo, che però si ripete in modo continuativo nel tempo.
Come abbiamo già detto nei nostri precedenti articoli, lo stress è necessario per poter affrontare al meglio una situazione a patto che essa sia limitata nel tempo. Quando siamo stressati i livelli di cortisolo nel sangue aumentano esponenzialmente e se da una parte questo può fornirci l’energia necessaria ad affrontare un problema nel qui ed ora, a lungo termine può danneggiare il nostro organismo a livello psico-fisico.
Purtroppo nella nostra società e sul luogo di lavoro siamo continuamente bombardati da stimoli, aspettative e impegni di ogni genere ed è molto facile sperimentare questi sintomi. Spesso arriviamo a fine giornata “esauriti” senza avere tempo per noi stessi, i nostri figli e i nostri partner.
I sintomi legati a questa sindrome possono essere:
- difficoltà ad addormentarsi e nel risveglio, insonnia o ipersonnia, presenza di incubi ricorrenti;
- marcata apatia, quindi un appiattimento emotivo o inclinazione a pensieri depressivi;
- pensieri di svalutazione personale e negativi nei confronti del futuro;
- mancanza di motivazione in ambito lavorativo, che però si ripercuote anche sulla vita privata;
- presenza di attacchi di panico.
Come affrontarla?
Innanzitutto è fondamentale rivolgersi ad un professionista, uno psicologo o uno psicoterapeuta che possa aiutarti ad affrontare questi sintomi.
Se soffri d’insonnia può essere opportuno eseguire degli esercizi di respirazione e di meditazione o all’occorrenza assumere farmaci prescritti da un professionista.
Se ci sono dei casi di mobbing, demansionamento o sfruttamento è opportuno che il lavoratore si rivolga ad un legale per poter affrontare al meglio la situazione ed avere un supporto anche sotto questi altri aspetti.
Una volta riconosciuti i segnali possiamo prevenire un’eventuale ricaduta
✅ Prendersi almeno 1 ora al giorno per se stessi, per praticare sport, hobby o semplicemente per non fare niente (è possibile)
✅ Essere consapevole dei propri punti di forza e dei proprio limiti e capire quando ci stiamo “stressando”
✅ Fare terapia personale per essere maggiormente consapevoli delle proprie caratteristiche
Siamo proprio sicuri di non poter rinunciare a niente?
Al prossimo lunedì
Studio Londa